Paidia – Comincio da Zero

Sumo, Ca’ Foscari e altri 7 partner veneti promuovono un progetto regionale per innovare i servizi all’infanzia e affrontare disoccupazione, disuguaglianze e denatalità. In tre anni sono coinvolti 180 operatori, 125 minori e i rispettivi genitori.

I servizi per l’infanzia come investimento sociale. Un volano economico e occupazionale. Non solo dunque aspetti educativi, ma anche ricadute virtuose per il territorio in termini di contrasto alle disuguaglianze, alla povertà e alla denatalità.
In Veneto la copertura dei servizi educativi per l’infanzia è inferiore agli obbiettivi europei (ora al 45%), registrando un 29% (Openpolis – Con i bambini su dati Istat), che colloca la regione all’undicesimo posto in Italia, la cui media nazionale, con un 25,2%, evidenzia quindi come meno di un bambino o una bambina su 3 possa frequentare un asilo nido o un servizio analogo.
Il dettaglio regionale riporta significative differenze territoriali, con i capoluoghi e i comuni più grandi che superano gli standard europei, mentre i più piccoli sono molto al di sotto, generando forti disparità di accesso ai servizi per i minori e al mercato del lavoro per i familiari. La presenza (o meno) di servizi all’infanzia non ha ripercussioni solo sui livelli di competenze relazionali, culturali e sociali, ma anche sul potenziale economico di un territorio e quindi più in generale sulla qualità della vita.
Di questo scenario e delle azioni da intraprendere per incrementare l’offerta, progettando e sviluppando nuovi modelli innovativi nel Veneziano, Padovano e Vicentino, si occupa il progetto Paidia, che nei tre anni di attività coinvolgerà 180 operatori dell’infanzia, 125 minori e i rispettivi genitori.
Il progetto Paidia – selezionato da “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile in occasione del bando nazionale “Comincio da Zero” – è promosso da Sumo Società Cooperativa Sociale in collaborazione con Università Ca’ Foscari, e appoggiato dalla Regione Veneto, in partnership con i Comuni di Venezia (Ve), Carmignano di Brenta (Pd), Bassano del Grappa (Vi), oltre ad Associazione La Villa Incantata, Ninfa Nidi in Famiglia, Enaip Veneto, Isre – Istituto Superiore di Ricerca Educativa, Fondazione Pirani Cremona, Jonathan Cooperativa Sociale.
Sumo è impegnata da vent’anni nel settore educativo del territorio comunale di Venezia con l’obiettivo di promuovere l’innovazione e l’inclusione sociale come strumenti di sostegno e sviluppo della comunità. Lavora in sinergia con soggetti pubblici e privati per l’infanzia e per i ragazzi di scuole primaria e secondaria di primo grado».
A sua volta, l’Università Ca’ Foscari guarda con interesse al tentativo di trovare soluzioni innovative ad una povertà educativa storica. Le ricerche condotte da studiosi dell’ateneo veneziano, infatti, dimostrano che i servizi per l’infanzia rappresentano un nodo cruciale strategico per le politiche sociali ed economiche. Gli studi ci dicono che laddove vi sono più servizi per la primissima infanzia, la diminuzione della natalità è meno incisiva e la partecipazione femminile al mercato del lavoro è più alta.
È in questo quadro che nasce la collaborazione tra Sumo, Università Ca’ Foscari e un ampio partenariato regionale, il cui frutto, Paidia, si prefigge di aumentare qualitativamente e quantitativamente l’offerta di opportunità attraverso quattro filoni di lavoro:
1. Stimolare e supportare la creazione di nuovi servizi.
2. Potenziare le competenze del personale.
3. Sostenere le famiglie meno inclini ad accedere ai servizi 0-3.
4. Riflettere sull’attuale normativa regionale e proporre miglioramenti.
Il progetto fa il suo esordio in un momento delicato. La recente pandemia ha colpito duramente l’85% delle strutture educative italiane, che hanno dovuto far fronte ad un aumento dei costi e ad un calo delle iscrizioni (-39%). Questa situazione ha colpito soprattutto le strutture private, che in Veneto rappresentano la quota maggioritaria dell’offerta complessiva. I costi che devono sostenere i privati sono alti, a cascata non sostenibili dalle famiglie. Ci si ritrova allora con meno soldi per il personale, e poche risorse per formarlo adeguatamente. Per affrontare questa sfida, il progetto prevede:
● Un incubatore per progettare ed erogare servizi innovativi, mettendo in campo competenze pedagogiche, organizzative e imprenditoriali;
● Un percorso di formazione per 180 operatori;
● 20 borse di studio per la partecipazione ad un corso regionale ottenendo la qualifica di conduttore di Nido in Famiglia;
● Una ricerca-azione per promuovere l’innovazione nei servizi all’infanzia esistenti;
● Un’azione di home-visiting per dare supporto psico-sociale a famiglie venete in difficoltà;
● Un ciclo di incontri di sensibilizzazione con i responsabili delle risorse umane di aziende venete per favorire accordi di welfare aziendale.

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